Archivio PTPCT 2020-2022 – Sezione I – Prevenzione della Corruzione

1. Oggetto e Finalità

La legge 6 novembre 2012, n. 190 ha introdotto un complesso di importanti disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione. 

Sul piano della prevenzione, tra i nuovi obblighi imposti dalla legge alle pubbliche amministrazioni vi sono l’adozione di un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT) e la nomina del relativo Responsabile.

Le finalità principali del PTPCT consistono nell’individuare le attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, nel definire regole di comportamento per prevenire tale rischio e nel sensibilizzare e formare i dipendenti. 

E’ bene precisare che ai fini del presente Piano nel concetto di “corruzione” vanno ricomprese, non soltanto le ipotesi di reato, ma anche, più in generale, quelle situazioni di “cattiva amministrazione” che possono costituire il presupposto per l’assunzione di decisioni non imparziali. I PTPCT, infatti, agendo su un livello di “buona amministrazione” possono porsi da ostacolo a eventuali comportamenti non corretti.

Il Piano comprende al suo interno anche le regole di trasparenza e per la pubblicazione delle informazioni previste dalla normativa, da effettuarsi sul Sito web in una sezione chiamata “Amministrazione Trasparente”. 

Naturalmente, il PTPCT è strutturato secondo quanto prevede la legge e tiene conto delle indicazioni fornite dall’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Introduzione

Introduzione

La legge 6 novembre 2012, n. 190 ha introdotto nell’ordinamento un complesso di rilevanti disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione. Tra i nuovi obblighi imposti dalla legge alle pubbliche amministrazioni, rilevano l’adozione di un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT) e la nomina del relativo Responsabile.

Le finalità principali del PTPCT consistono nell’individuare le attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, nell’adottare idonei protocolli di prevenzione del rischio e nel sensibilizzare e formare i dipendenti in servizio presso i Settori più esposti a fenomeni corruttivi. Esso integra al suo interno, in apposita sezione, gli obiettivi strategici e gli aspetti organizzativi idonei a dare concretezza al principio di trasparenza amministrativa e ad assicurare il regolare assolvimento degli obblighi di pubblicazione previsti dal decreto legislativo n. 33 del 2013.

Si evidenzia che con il decreto legislativo n. 97 del 2016 sono state apportate significative modificazioni alla normativa sia in materia di Anticorruzione che di Trasparenza. Di tali novità tengono conto il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) e le relative Linee Guida emanate dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). I contenuti del presente Piano tengono conto - nel recepimento degli indirizzi approvati dal Consiglio Provinciale di cui si dirà più avanti - delle indicazioni fornite dall’Autorità Nazionale Anticorruzione principalmente tramite il Piano Nazionale Anticorruzione, anch’esso soggetto ad un periodico aggiornamento.

A tale proposito, si evidenzia che l’Autorità Nazionale, con deliberazione n. 1064 in data 13 novembre 2019, ha provveduto ad approvare in linea definitiva il nuovo PNA 2019. In esso, l’Autorità ha deciso di concentrare la propria attenzione sulle indicazioni relative alla parte generale, rivedendo e consolidando in un unico atto di indirizzo tutte le indicazioni date fino ad oggi, integrandole con orientamenti maturati nel corso del tempo e che sono anche stati oggetto di appositi atti regolatori; e ciò in un’ottica, oltre che di semplificazione del quadro regolatorio al fine di agevolare il lavoro delle amministrazioni e il coordinamento della Autorità stessa, anche di contribuire ad innalzare il livello di responsabilizzazione delle pubbliche amministrazioni a garanzia dell’imparzialità dei processi decisionali.

Alla luce di quanto sopra, sono da intendersi pertanto superate le indicazioni delle parti generali dei precedenti Piani Nazionali Anticorruzione, interamente sostituite da quelle del PNA 2019, rimanendo, invece, validi gli approfondimenti svolti nelle parti speciali dei diversi Piani Nazionali succedutisi nel tempo e che, per quanto di interesse della Provincia di Brescia, riguardano i seguenti aspetti:

  • - Area di rischio Contratti Pubblici (PNA 2015);
  • - Tutela e Valorizzazione dei Beni culturali (PNA 2016);
  • - Governo del Territorio (PNA 2016);
  • - Le procedure di gestione dei fondi strutturali e dei fondi nazionali per le politiche di coesione (PNA 2018);
  • - Gestione dei rifiuti (PNA 2018).

Uno dei principali aspetti del Piano Nazionale Anticorruzione 2019 riguarda nuove indicazioni e approfondimenti relativi alla metodologia per la gestione dei rischi corruttivi che l’Autorità ha elaborato tenendo anche conto della qualità dei Piani di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza delle diverse amministrazioni assoggettate alle previsioni della legge n. 190/2012. In tale contesto, viene precisato e confermato che la finalità del PTPCT è quella di identificare le misure organizzative volte (secondo un principio di effettività) a contenere il rischio di assunzione di decisioni non imparziali, tramite la valutazione e gestione del rischio corruttivo secondo una metodologia che comprende l’analisi del contesto (interno e esterno), la valutazione del rischio (identificazione, analisi e ponderazione del rischio secondo un nuovo approccio di carattere qualitativo) e, infine, il trattamento del rischio (identificazione e programmazione delle misure di prevenzione). L’Autorità Nazionale sollecita le amministrazioni, secondo un criterio di gradualità, a progressivi approfondimenti, precisando che la gestione del rischio va intesa, nel suo complesso, come un sistema in miglioramento continuo basato sui processi di apprendimento generati attraverso il monitoraggio e la valutazione dell’effettiva attuazione ed efficacia delle misure e il riesame periodico della funzionalità complessiva del sistema di prevenzione.

Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza verifica costantemente l’attuazione e l’adeguatezza del Piano.

Il presente documento costituisce l’aggiornamento annuale del Piano, che la legge n. 190/2012 e, conseguentemente, il Piano Nazionale Anticorruzione, prevedono venga redatto entro il 31 gennaio di ogni anno. Quanto sopra anche al fine del perseguimento, da una parte, del maggior rispetto possibile degli indirizzi generali contenuti nel Piano Nazionale Anticorruzione, e dall’altra, delle concrete esigenze dell’Ente, compatibilmente con il contesto generale nel quale ci si trova ad operare, rappresentato dalle ben note difficoltà organizzative (personale e risorse finanziarie) legate agli effetti discendenti dal processo di Riordino delle Province di cui alla legge n. 56/2014 rispetto al quale la situazione dell’Ente non può intendersi ancora consolidata.

2. Soggetti e Ruoli

Nella fase di formazione e di attuazione del Piano, vengono coinvolti diversi soggetti che contribuiscono a formare ed attuare la politica di prevenzione dell’Ente:

Grafico sistema di gestione del rischio

17 March 2020

Fonte grafico: Piano Nazionale Anticorruzione 2019, allegato 1, pagina 7

IntroduzioneGli Organi di Governo dell’EnteIl Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della TrasparenzaI DirigentiReferente Unico per la Trasparenza e per la Prevenzione della Corruzione individuato in ogni SettoreTutti i dipendenti e i collaboratori esterniI Soggetti esterniNucleo di ValutazioneUfficio per i Procedimenti DisciplinariFormazione del documento e gradualità degli approfondimenti nel tempo

Introduzione

Vengono indicati, di seguito, i soggetti che a vario titolo intervengono nella fase di formazione e di attuazione del Piano, secondo quanto previsto dalla normativa di riferimento:

Grafico sistema di gestione del rischio

17 March 2020

Fonte grafico: Piano Nazionale Anticorruzione 2019, allegato 1, pagina 7

Gli Organi di Governo dell’Ente
Il Consiglio Provinciale, con deliberazione n. 41 in data 20 dicembre 2019, ha provveduto ad approvare specifiche Linee Strategiche di cui tenere conto in sede di aggiornamento del Piano di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza per il triennio 2020 – 2022, la cui approvazione definitiva, nell’attuale configurazione istituzionale, rimane di competenza del Presidente della Provincia.

Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza

Il Presidente della Provincia, eletto ai sensi della legge n. 56/2014, con proprio decreto n. 251 in data 10 settembre 2018, ha provveduto alla nomina del nuovo Segretario Generale della Provincia di Brescia, a seguito del collocamento a riposo del precedente titolare. Conseguentemente, con decreto n. 253 in data 13 settembre 2018 il medesimo Segretario Generale è stato anche nominato Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, per il mandato amministrativo in scadenza.

A seguito delle elezioni svoltesi il giorno 31 ottobre 2018, il neo Presidente eletto ha provveduto, con proprio decreto n. 379 in data 9 novembre 2018, alla conferma dell'incarico di Segretario Generale della Provincia di Brescia. Di conseguenza, il medesimo Segretario Generale, con decreto n. 380 in data 9 novembre 2018, è stato nominato Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza anche per il nuovo mandato amministrativo 2018 - 2022.

Si evidenzia che sin dall’inizio, nell’Ente, il Responsabile della Trasparenza ha coinciso con il Responsabile della Prevenzione della Corruzione, anticipando, così, quella che oggi è divenuta una indicazione prevista dalla modifica legislativa del 2016. Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza esercita i compiti ad esso attribuiti dalla legge e dal presente Piano:

  • a. Elabora e propone al Presidente della Provincia il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza;
  • b. Verifica l’efficace attuazione del Piano e della sua idoneità;
  • c. Propone le modifiche al Piano in caso di accertamento di significative violazioni e di mutamenti dell’organizzazione;
  • d. Individua, secondo la procedura prevista nel Piano di Formazione, il personale da inserire nei programmi di formazione;
  • e. Cura il rispetto delle norme in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi, ai sensi del decreto legislativo n. 39/2013;
  • f. Svolge stabilmente un’attività di controllo sull’adempimento da parte dell’Amministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente;
  • g. Dispone e cura, nei termini e modalità previste dalla legge, la pubblicazione sul Sito Ufficiale dell’Ente della Relazione sull’attività svolta.

La individuazione, sin dall’inizio, del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza nel Segretario Generale, vertice amministrativo dell’Ente, favorisce la posizione di indipendenza e di autonomia dello stesso oltre che i poteri di interlocuzione e controllo rispetto all’intera Struttura Gestionale, avuto anche riguardo alle funzioni che già altre norme attribuiscono al Segretario Generale quale garante della legittimità dell’azione amministrativa dell’Ente. Si evidenzia che il RPCT non fa parte del Nucleo di Valutazione dell’Ente e nemmeno dell’Ufficio per i procedimenti disciplinari. In riferimento alla attribuzione al detto Responsabile della direzione del Settore delle Risorse Umane e Controllo di Gestione, situazione necessitata dalle difficoltà organizzative discendenti dal processo di Riordino delle Province e drastica riduzione delle figure dirigenziali dell’Ente, si evidenzia che l’attività è presidiata anche da un idoneo inserimento di misure di segregazione delle responsabilità lungo processi svolti dal Settore.

Il Responsabile si avvale di tutti i dirigenti che rispondono direttamente allo stesso.

Quale struttura di supporto il Responsabile si avvale oltre che dello Staff di Direzione, della rete dei referenti e anche di specifiche professionalità presenti in altri Settori dell’Ente.

La rete per l’Integrità e la Trasparenza: nel convincimento della importanza di condividere buone prassi, elementi di contesto e strategie di prevenzione in ambiti comuni, la Provincia di Brescia, considerati i primi contatti intervenuti per le vie brevi, si farà parte attiva nel proporre un Protocollo di Intesa che – con il coordinamento dell’Ufficio Territoriale del Governo – possa costituire una rete di Responsabili della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza degli Enti presenti sul territorio.

I Dirigenti

Nella fase di stesura del Piano, i Dirigenti sono tenuti a presentare al Responsabile suggerimenti e proposte relative al Settore da loro diretto.

Con riferimento, poi, alle misure previste dal Piano, si evidenzia che è compito di ciascun Dirigente, nell'ambito della Struttura allo stesso assegnata, fornire le necessarie indicazioni operative agli Uffici e vigilare sulla osservanza delle misure stesse, informando tempestivamente il RPCT in caso di scostamenti.

In proposito si evidenzia che, nella attività di monitoraggio, dovranno essere anche esplicitate le concrete modalità poste in essere da ciascun Settore per l'attuazione delle misure di propria competenza, oltre che per assicurare una adeguata tracciabilità, anche a posteriori, delle attività svolte.

I titolari di Posizione Organizzativa contribuiscono ad assicurare quanto sopra indicato, nell'ambito delle competenze del loro incarico.

Referente Unico per la Trasparenza e per la Prevenzione della Corruzione individuato in ogni Settore

Si tratta di una figura di supporto al competente dirigente nella corretta e coordinata attuazione degli adempimenti in materia nonché di collegamento con lo Staff di Direzione. Tale individuazione potrà essere oggetto di periodica rivisitazione al fine di tenere conto della progressiva attuazione del Piano di Riassetto Organizzativo dell'Ente. Anche nell’anno 2020 si prevede un’attività formativa rivolta specificamente ai referenti. Presso lo Staff di Direzione è depositato l’elenco, costantemente aggiornato, dei suddetti referenti, individuati dai rispettivi dirigenti.

Tutti i dipendenti e i collaboratori esterni

Si ricorda che la normativa di riferimento e, in particolare, il Codice di Comportamento, prevedono che tutti i dipendenti e i collaboratori esterni sono tenuti alla osservanza delle misure di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza previste dal Piano.

Tutta la Struttura gestionale dell’Ente è anche coinvolta nella fase di gestione del rischio propedeutica all’aggiornamento annuale del Piano. A tale fine oltre a coinvolgere i dipendenti in una specifica attività di carattere formativo laboratoriale, si è anche messo a disposizione, pubblicandolo sulla rete Intranet, un modulo per la raccolta di eventuali suggerimenti e osservazioni.

I Soggetti esterni

Sul Sito Istituzionale dell’Ente è stato pubblicato, dal 21 ottobre al 18 dicembre 2019, un apposito Avviso finalizzato alla presentazione, da parte di tutti i Soggetti interessati, di eventuali osservazioni o proposte di cui tenere conto in fase di aggiornamento del Piano, comprensivo della modulistica di supporto. Inoltre, si è anche provveduto ad inviare, ai medesimi fini, comunicazioni indirizzate a Soggetti portatori di interessi diffusi in ambito provinciale, Organizzazioni Sindacali, Associazioni dei Consumatori e degli Utenti, Comuni del Territorio, Rete Bibliotecaria Bresciana.

Anche nell'ambito delle Giornate della Trasparenza, gestite in modalità on line, si è provveduto a mettere a disposizione, per quanti interessati, specifici canali di interlocuzione con la Provincia di Brescia.

All’esito dell’attività di cui sopra, non sono tuttavia pervenute osservazioni o proposte.

Nucleo di Valutazione

Il presente Piano e la documentazione ad esso riferita, il monitoraggio circa la attuazione del medesimo e delle singole misure in esso previste, ivi comprese quelle relative alla trasparenza, rimangono a disposizione del Nucleo di Valutazione al fine di consentire allo stesso di adempiere ai nuovi e più estesi compiti che il decreto legislativo n. 97 del 2016 attribuisce agli Organismi Indipendenti di Valutazione (OIV) o organismi con funzioni analoghe.

Si precisa infatti che a seguito di modifica regolamentare intervenuta nell'anno 2019, nell’Ente le funzioni dell'OIV sono ora svolte dal Nucleo di Valutazione (NdV), la cui nomina è avvenuta con decreto del Presidente della Provincia n. 252 in data 31 ottobre 2019.

Ufficio per i Procedimenti Disciplinari

Si ricorda che l'Ufficio per i Procedimenti Disciplinari cura l'aggiornamento del Codice di Comportamento dei Dipendenti della Provincia di Brescia ed è competente a ricevere segnalazioni di mancato rispetto delle misure di prevenzione della corruzione e della trasparenza, fonte di responsabilità disciplinare.

Formazione del documento e gradualità degli approfondimenti nel tempo

La Struttura Gestionale dell’Ente è stata coinvolta già a partire dalla Gestione del Rischio, che si è articolata nelle seguenti fasi fondamentali:

- Mappatura dei Processi attuati dall’Ente;

- Valutazione del Rischio Corruttivo per ciascuno di essi;

- Trattamento del Rischio inteso quale individuazione e valutazione di Misure atte alla sua mitigazione.

Grafico Il processo di gestione del rischio di corruzione

7 May 2020

Fonte grafico: Piano Nazionale Anticorruzione 2019, allegato 1, pagina 5

 

Ai fini di cui sopra si è provveduto ad organizzare uno specifico incontro a carattere formativo rivolto a dirigenti, posizioni organizzative e referenti, nel quale sono state esaminate le novità contenute nel PNA 2019, seguito da una serie di incontri formativi a carattere “laboratoriale” presso i diversi Settori dell’Ente per esaminare nel concreto e con riferimento alle diverse materie trattate, la mappatura dei processi organizzativi e le conseguenti valutazioni in ordine alla individuazione, valutazione, ponderazione (con il nuovo approccio di tipo qualitativo suggerito dal Piano Nazionale) e trattamento del rischio. Nei settori che svolgono prevalentemente attività a rischio, si è favorita la massima partecipazione del personale agli stessi assegnato. I predetti incontri formativi sono stati presieduti dal RPCT dell’Ente.

Al termine dell’attività di cui sopra, ciascun Settore ha provveduto a riportarne gli esiti in apposite griglie condivise in cartelle di rete, completamente riviste rispetto a quelle dello scorso anno al fine di renderle più aderenti delle nuove indicazioni del PNA 2019 (vedasi, in proposito, la Tabella 1 e la Tabella 2 allegate), le quali comprendono anche la proposta per la individuazione di nuove misure di prevenzione. Tale attività risulterà sicuramente più agevole con la strutturazione, nei tempi possibili, di uno specifico programma informatizzato di supporto.

In particolare, si è provveduto a ripercorrere l’intera fase di mappatura dei processi con la finalità, innanzitutto, di pervenire ad un elenco completo degli stessi che possa comprendere, in senso dinamico rispetto alla sua evoluzione nel tempo, tutta l’attività dell’Ente. Per ciascun processo individuato si è provveduto a descrivere gli elementi fondamentali ad esso associati così come previsto dal Piano Nazionale (input, output, responsabilità, tempi, risorse, interrelazioni con altri processi, criticità, ecc.) e la articolazione del processo medesimo in fasi e attività. Al fine di favorire una più attenta individuazione delle misure di prevenzione (specifiche), la successiva valutazione del rischio è stata effettuata - salvo quanto sotto indicato in ordine alla gradualità degli approfondimenti - per ogni singola fase di cui si compone il processo. Nell’ambito della analisi del rischio, poi, si è favorita la individuazione dei cosiddetti fattori abilitanti, intesi quali fattori che possono favorire il verificarsi di un evento rischioso, mentre la ponderazione del rischio è stata effettuata seguendo il nuovo approccio di tipo qualitativo suggerito dal PNA 2019 individuando comunque, a supporto della valutazione, idonei parametri e fonti informative disponibili (contesto esterno pertinente al processo; grado di discrezionalità; complessità della procedura; presenza di eventi sentinella: procedimenti disciplinari/penali/per responsabilità amministrativo-contabile, ricorsi, segnalazioni; interesse mediatico; criticità in fase di monitoraggio).

Tuttavia, al fine di assicurarne la sostenibilità organizzativa e in linea con gli obiettivi assegnati dal Consiglio Provinciale, gli approfondimenti di cui sopra sono stati introdotti secondo un criterio di gradualità: già a partire dal presente aggiornamento, per quei processi che il PTPCT 2019 - 2021 classifica a rischio rilevante, l’analisi del rischio è stata condotta avendo riguardo ad ogni singola fase; viceversa, per i processi con grado di rischio inferiore (medio – basso, trascurabile), gli approfondimenti verranno condotti negli anni successivi secondo la seguente programmazione:

Gestione del rischio

FaseAttività già svolta in fase di aggiornamento del presente Piano

Attività da svolgersi (programmazione)

Entro il 30/06/2020Entro il 30/11/2020Entro il 30/06/2021Entro il 30/11/2021Indicatori di realizzazioneResponsabile

Mappatura dei processi

Identificazione: elenco completo dei processiFatto------
Descrizione: scheda per ogni processoFatto------
Rappresentazione: indicazione distinta di fasi e attività 100% processi a Rischio Rilevante60% processi a rischio Medio-Basso40% processi a rischio Medio-Basso100% processi a rischio Trascurabile-n. processi oggetto di approfondimento/n. processi totaliDirigente del Settore per tutti i processi allo stesso intestati

Valutazione e ponderazione del rischio

Analisi condotta per fase del processo: identificazione rischio, fattori abilitanti, valutazione e ponderazione100% processi a Rischio Rilevante20% processi a rischio Medio-Basso40% processi a rischio Medio-Basso40% processi a rischio Medio-Basso100% processi a rischio Trascurabilen. processi oggetto di approfondimento/n. processi totaliDirigente del Settore per tutti i processi allo stesso intestati

Trattamento del rischio

Individuazione misure specifiche per fase del processo100% processi a Rischio Rilevante20% processi a rischio Medio-Basso40% processi a rischio Medio-Basso40% processi a rischio Medio-Basso100% processi a rischio Trascurabilen. processi oggetto di approfondimento/n. processi totaliDirigente del Settore per tutti i processi allo stesso intestati

Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza della Provincia di Brescia,  anche sulla scorta delle indicazioni raccolte dai dirigenti, ovvero degli eventuali apporti provenienti da soggetti esterni, nonché sulla base degli Obiettivi Strategici approvati dall’Organo di Indirizzo dell’Ente, elabora la proposta di Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione il quale, a seguito della modifica legislativa dell'anno 2016, comprende, direttamente al suo interno, anche la sezione dedicata alla Trasparenza, nonché i suoi successivi aggiornamenti, e lo trasmette al Presidente della Provincia ai fini della successiva approvazione.

Il Piano suddetto può essere modificato su proposta del Responsabile, allorché siano state accertate significative violazioni, ovvero intervengano mutamenti organizzativi tali da richiedere una nuova valutazione del rischio di corruzione.

3. Elementi di Contesto

Con l’entrata in vigore della legge 7 aprile 2014, n. 56 “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni” ha preso avvio un significativo processo di riordino delle Province intese quali Enti Territoriali con funzioni di Area Vasta, i cui Organi di Governo non sono più eletti direttamente dai Cittadini, bensì mediante un procedimento elettorale di secondo grado.

Il PTPCT è definito tenendo conto delle caratteristiche istituzionali, delle funzioni svolte, dell’organizzazione della Provincia e delle risorse a disposizione (contesto interno), ma anche del tessuto sociale ed economico al quale la Provincia si rivolge e con il quale interagisce (contesto esterno).

Come meglio evidenziato negli approfondimenti, la riforma delle Province ha portato con sé anche importanti difficoltà organizzative (personale e risorse finanziarie) che hanno condizionato, e condizionano tuttora, la possibilità di programmare ed attuare ulteriori misure di prevenzione rispetto a quelle inserite nel Piano. Su tali criticità ha avuto modo si esprimersi in più di un’occasione la stessa Corte dei Conti.

Premessa generaleCorrelazione tra elementi di contesto e Gestione del Rischio

Premessa generale

Con l’entrata in vigore della legge 7 aprile 2014, n. 56 ad oggetto “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni” ha preso avvio un significativo processo di riordino delle Province intese quali Enti Territoriali con funzioni di Area Vasta, i cui Organi di Governo non sono più eletti direttamente dai Cittadini, bensì mediante un procedimento elettorale di secondo grado.

Si evidenzia, rispetto a quanto sopra, il fatto che il 31 ottobre 2018 si sono svolte le votazioni di secondo grado per l’elezione del Presidente della Provincia, dando così avvio al nuovo mandato amministrativo 2018 - 2022 e che si sono svolte, in data 17 marzo 2019, le elezioni per il rinnovo biennale del Consiglio Provinciale.

Il processo di riordino ha interessato, oltre che gli Organi di Governo, anche le funzioni attribuite alle Province, rispetto alle quali la citata legge n. 56/2014 individua quelle fondamentali, con la previsione, per tutte le altre, di riallocazione su altri livelli di governo, ovvero di conferma alle stesse Province nella loro nuova configurazione, in attuazione dei principi di sussidiarietà ed adeguatezza, nonché tenendo conto della ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni.

La Regione Lombardia, con legge regionale 8 luglio 2015, n. 19 e successive modificazioni, ha stabilito di riconfermare in capo alle Province tutte le funzioni regionali dalle medesime in precedenza esercitate, ad eccezione di quelle riportate in allegato alla legge medesima ed inerenti, prevalentemente, le materie dell’Agricoltura e Foreste, Caccia e Pesca, le quali vengono riallocate in capo alla Regione stessa, unitamente al relativo personale. Successivamente, in data 15 dicembre 2015, vi è stata la sottoscrizione di una prima Intesa generale tra la stessa Regione, UPL, ANCI, Città Metropolitana e le Province Lombarde e, in data 5 agosto 2016, la sigla della intesa bilaterale tra Provincia di Brescia e Regione Lombardia. Parallelamente, con decreto del Presidente della Provincia n. 31 del 2016 sono state approvate le risultanze finali del processo di riduzione della spesa di personale previsto dalla Legge di Stabilità 2015, con la ricollocazione, senza esuberi, di tutto il personale interessato.

Sono anche transitate ad altri Enti alcune funzioni in materia di Trasporti e in materia di Turismo e gran parte delle funzioni in materia di Trasporto Pubblico Locale.

Con la sottoscrizione, in data 26 luglio 2017, di apposito Accordo bilaterale tra Provincia di Brescia e Regione Lombardia, si è data concreta attuazione a quanto previsto dall’articolo 31 della legge regionale n. 15 del 2017 in ordine al passaggio a Regione Lombardia di alcune funzioni, e relativo contingente di personale, nell’ambito dei Servizi Sociali, con particolare riferimento a quelle inerenti i servizi per gli studenti con disabilità.

Allo stato attuale, quindi, la Provincia di Brescia continua ad esercitare, a fianco delle funzioni fondamentali, comprensive anche delle nuove funzioni e servizi ai Comuni, tra i quali rileva in particolare l’attività di Stazione Unica Appaltante – Centrale Unica di Committenza di Area Vasta, che essa è chiamata ad esercitare nella sua nuova veste di “Casa dei Comuni”, anche tutte le altre funzioni riconfermate in capo alle Province dalla Regione Lombardia, con un contingente di personale che, rispetto all’anno 2014, si è fortemente ridotto (basti pensare, in proposito, che si è passati dai 749 dipendenti del 2014 con 14 dirigenti, agli attuali 484, con 7 dirigenti).

Da ultimo, anche per quanto attiene le funzioni in materia di Lavoro, oggetto di specifiche previsioni da parte della Legge di Bilancio nazionale, la scelta di Regione Lombardia, con la legge regionale 4 luglio 2018, n. 9 di modifica della legge regionale n. 22 del 2006 “Il mercato del lavoro in Lombardia”, è stata quella di una riconferma delle stesse in capo alle Province.

La descrizione aggiornata delle funzioni svolte dalla Provincia di Brescia è riportata in apposito documento pubblicato in Amministrazione Trasparente – Sottosezione Attività e Procedimenti.

Per quanto attiene la organizzazione, si evidenzia come la Struttura Gestionale della Provincia si sia già ampiamente orientata anche rispetto alle funzioni e attività che la stessa è chiamata ad esercitare nella sua nuova veste di “Casa dei Comuni”.

L’organizzazione e l’Organigramma ufficiale della Provincia di Brescia sono presenti, e costantemente aggiornati, sul Sito Istituzionale, nella Sezione Amministrazione Trasparente – Sottosezione Organizzazione.

Non vi è dubbio sul fatto che le ormai ben note difficoltà organizzative (personale e risorse finanziarie) legate agli effetti discendenti dal processo di Riordino delle Province rappresentino, anche attualmente, il principale elemento di contesto nel quale la Provincia di Brescia si trova ad operare.

Circa le criticità legate al Riordino delle Province ha avuto modo di esprimersi, in più di un’occasione, anche la stessa Corte dei Conti - Sezione delle Autonomie (vedi deliberazioni n. 17/SEZAUT/2015, n. 8/SEZAUT/2016, n. 4/SEZAUT/2017 e l’Audizione sulla finanza delle Province e delle Città metropolitane del 23 febbraio 2017 presso la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale).

Nella Relazione 2019 del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, qui integralmente richiamata, viene ampiamente evidenziato come la Riforma abbia inciso sulle misure inserite, anche per quell’anno, nel Piano di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza 2019 - 2021. Anche i risultati del monitoraggio effettuato, pur documentando una sostanziale attuazione delle misure ivi previste in riferimento all’anno 2019, evidenziano come i casi di non conformità registrati siano prevalentemente da ricondursi, in ultima analisi, a difficoltà organizzative causate dalla Riforma in discorso, in particolare:


Il monitoraggio si è svolto con cadenza semestrale per le nuove misure specifiche relative a processi a Rischio Rilevante nonché per le misure di carattere generale e annuale per tutte le altre: ogni dirigente dell’Ente ha provveduto ad attestare – tramite uno specifico stato di attuazione del Piano Esecutivo di Gestione e delle Performance – l’avvenuta attuazione delle misure previste ovvero, in caso di attuazione parziale o di mancata attuazione, ad indicarne le motivazioni. Fatti salvi i casi in cui le misure non hanno trovato applicazione in quanto non è stata svolta, in concreto, alcuna attività cui le stesse si riferiscono, si osserva quanto segue.

Misure di regolamentazione: Istruzioni operative in materia di contratti pubblici (formalizzazione di un unico documento a carattere modulare, del quale al momento è stata rilasciata la prima parte inerente programmazione e progettazione); Piano della Formazione (ridefinizione del documento, con durata triennale, con conseguente allungamento dei tempi di approvazione); revisione disposizioni interne in materia ittico venatoria (gli approfondimenti hanno condotto alla emanazione di protocolli operativi e direttive di servizio, mentre è allo studio la revisione del regolamento delle Guardie Volontarie Provinciali); aggiornamento Codice di Comportamento e aggiornamento procedura per la segnalazione di condotte illecite (in attesa indicazioni definitive ANAC).

Misure di tracciabilità: portale e-Scuola (è iniziata la procedura di riattivazione da concludersi nel prossimo anno); utilizzo sw dedicato in materia di espropri (potrà avvenire per le nuove pratiche, a seguito degli interventi organizzativi che hanno mitigato la carenza di personale dell’Ufficio).

Misure di trasparenza rafforzata (dati ulteriori rispetto a quelli obbligatori): pubblicazione automatizzata dei tempi di conclusione di alcuni procedimenti in materia ambientale (la pubblicazione, sospesa per approfondimenti, potrà riprendere a seguito di test finale sulla avvenuta risoluzione delle anomalie); pubblicazione dati su gestione calore edifici scolastici e direzionali (ridefinizione del documento che verrà pubblicato alla chiusura della stagione termica); si registra inoltre, in tre casi, un ritardo nella pubblicazione dei dati sempre di trasparenza rafforzata rispetto a quanto programmato.  Alcuni Settori, pur confermando la legittimità dei provvedimenti adottati in materia di contratti pubblici, hanno evidenziato alcuni indicatori non conformi ai valori attesi. Di tali criticità si terrà conto nel prossimo aggiornamento del Piano, previo approfondimento con i dirigenti interessati.


Anche l’aggiornamento attuale del Piano non può prescindere, quindi, dagli effetti discendenti dalla Riforma di cui alla legge n. 56/2014 la quale, nata come elemento esterno, si ripercuote in modo trasversale su tutte le attività svolte dalla Provincia e sulla sua organizzazione interna, al punto che anche per il presente aggiornamento le misure di prevenzione, dovendone valutare la sostenibilità, sono state inserite nel Piano solo compatibilmente con le criticità legate alla Riforma, rispetto alla quale la situazione non può ritenersi ancora consolidata, comportando necessariamente, la concreta e progressiva attuazione del Piano di Riassetto Organizzativo dell'Ente di cui alla deliberazione del Consiglio Provinciale n. 24 in data 29 agosto 2018, tempi non brevi.

Tanto premesso, l’aggiornamento del Piano ha tenuto conto anche di tutti gli altri elementi di contesto esterno ed interno disponibili. A tale fine, si è provveduto ad effettuare una selezione dei medesimi, riferiti alle funzioni attualmente esercitate dalla Provincia.

In particolare, sono presi in considerazione, oltre a quelli sopra descritti, i seguenti elementi:

Il Contesto Esterno

- contesto socio – economico di riferimento (dati desunti dal Documento Unico di Programmazione);
- segnalazioni pervenute;
- Relazione sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata (si precisa che non essendosi rinvenuta una sezione provinciale nel documento pubblicato nell’anno 2019, il riferimento rimane quello dell’anno precedente. Si è inoltre considerata la Relazione del Procuratore Generale della Repubblica, pubblicata sul Sito Ufficiale della Corte d’Appello di Brescia – www.giustizia.brescia.it – presentata in occasione dell’Anno Giudiziario 2019).

Il Contesto Interno

- Organi di Governo, Struttura Organizzativa;
- dati relativi ai contratti pubblici affidati;
- controlli successivi di regolarità amministrativa e contabile;
- procedimenti disciplinari;
- procedimenti penali;
- procedimenti per responsabilità amministrativo – contabile.

Nel documento “Elementi di Contesto Esterno e Interno” allegato al presente Piano alla lettera B, viene proposta una schematizzazione dei principali elementi di contesto considerati.

Correlazione tra elementi di contesto e Gestione del Rischio

Per tutti i processi per i quali le attività sono svolte dalla Provincia, si è provveduto ad una rivisitazione della mappatura in precedenza effettuata, dando concreta evidenza, anche nelle nuove griglie utilizzate, agli elementi di contesto pertinenti a ciascun processo, sia nella parte descrittiva che ai fini della valutazione del grado di rischio.

In linea generale, si è favorita la correlazione tra gli elementi di contesto, il grado di rischio attribuito al processo, la maggiore incisività, sempre nei limiti delle criticità legate alla Riforma delle Province, delle misure previste (di regolamentazione, di tipo organizzativo, di trasparenza rafforzata, di disciplina del conflitto di interessi, ecc.), nonché la maggiore frequenza dei monitoraggi relativi alla loro attuazione.

Si evidenzia, infine, che il quadro complessivo degli elementi di contesto selezionati e considerati nel presente aggiornamento non modifica in modo sostanziale il posizionamento dell’Ente rispetto a quanto evidenziato lo scorso anno, come appare dalla seguente matrice:

Ambito di attività

Incidenza elementi di contesto

Contesto interno

Contesto esterno

Valutazione complessiva

Basso

Medio

Alto

Basso

Medio

Alto

 

Autorizzazioni in materia ambientale

 

 

X

 

 

X

Alto

Atti di pianificazione territoriale

 

 

X

 

 

X

Alto

Lavori Pubblici

 

 

X

 

 

X

Alto

Contratti Pubblici di importo elevato

 

 

X

 

 

X

Alto

Contributi di importo rilevante

 

X

 

 

 

X

Alto

Concorsi Pubblici

 

X

 

 

 

X

Alto

Controlli ittico venatori

 

X

 

 

 

X

Alto

Altri contratti pubblici

 

X

 

 

X

 

Medio

Altri contributi

X

 

 

X

 

 

Basso

Funzioni in materia di Istruzione e Formazione professionale

 

X

 

X

 

 

Medio

Funzioni in materia di Lavoro

X

 

 

 

X

 

Medio

Funzioni in materia di Cultura e Servizi alla Persona

 

X

 

 

X

 

Medio

Funzioni in materia di Turismo

 

X

 

 

X

 

Medio

Funzioni in materia di Protezione Civile

X

 

 

 

X

 

Medio

Funzioni di carattere trasversale

X

 

 

X

 

 

Basso

4. Obiettivi Strategici

Gli Organi di Governo della Provincia sono chiamati a definire gli obiettivi strategici da raggiungere e le linee generali da seguire per strutturare la politica di prevenzione dell’Ente. Tra questi assumono considerevole importanza gli obiettivi di trasparenza.

In tale contesto il Consiglio Provinciale, per la stesura del presente Piano, ha approvato un obiettivo generale e delle indicazioni relative ai seguenti aspetti:

– Gestione del Rischio;
– Documenti di Programmazione;
– Trasparenza;
– Monitoraggio;
– Sistema dei Controlli Interni;
– Formazione;
– Revisione della Regolamentazione interna all’Ente;
– Attività di Stazione Unica Appaltante – Centrale Unica di Committenza (CUC) di Area Vasta;
– Attività nei confronti di Enti controllati e partecipati dalla Provincia di Brescia;
– Sistemi informativi.

L’obiettivo generale si riferisce all’importanza che le misure di prevenzione e per la trasparenza vengano calate nella realtà organizzativa in modo tale che divengano modalità di comportamento di tutti gli operatori ai diversi livelli nello svolgimento delle attività loro attribuite.

PremessaLinee StrategicheProgramma di GovernoDocumento Unico di ProgrammazionePiano Esecutivo di Gestione e delle Performance

Premessa

Il presente Piano contiene e recepisce gli obiettivi strategici in materia di Prevenzione della Corruzione e di Trasparenza approvati dall’Organo di Indirizzo dell’Ente, tra i quali vi sono, altresì, obiettivi tesi al raggiungimento di maggiori livelli di trasparenza rispetto agli obblighi di legge: i cosiddetti obiettivi di trasparenza rafforzata.

Linee Strategiche

Più in particolare, con deliberazione n. 41 in data 20 dicembre 2019, che si allega alla lettera A quale parte integrante del presente documento, il Consiglio Provinciale ha ritenuto di approvare, in vista dell’aggiornamento del Piano per il triennio 2020 - 2022, specifiche Linee Strategiche, con riferimento ai seguenti aspetti:

- Gestione del Rischio;
- Documenti di Programmazione;
- Trasparenza;
- Monitoraggio;
- Sistema dei Controlli Interni;
- Formazione;
- Revisione della Regolamentazione interna all’Ente;
- Attività di Stazione Unica Appaltante – Centrale Unica di Committenza (CUC) di Area Vasta;
- Attività nei confronti di Enti controllati e partecipati dalla Provincia di Brescia;
- Sistemi informativi.

Nel rispetto di quanto previsto dal nuovo Piano Nazionale Anticorruzione, nel documento di cui sopra, viene anche evidenziato che, quale obiettivo di carattere generale, verrà avviato un percorso di graduale approfondimento della attività inerente la gestione del rischio corruttivo, a cominciare da quegli ambiti che già il vigente Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza della Provincia di Brescia considera a maggiore rischio di corruzione.

Nel contempo, si intende anche proseguire nel continuo recepimento di tutte le modifiche strutturali e organizzative dell’Ente a valle del processo di Riordino delle Province così come previste dalla progressiva attuazione Piano di Riassetto Organizzativo di cui alla deliberazione del Consiglio Provinciale n. 24/2018. Sarà importante in questa fase integrare le misure anticorruzione introdotte negli anni passati, nell’assetto organizzativo che la Provincia è chiamata progressivamente a rielaborare. Si ritiene infatti fondamentale far comprendere a tutta la struttura che si tratta di misure organizzative che hanno come obiettivo quello di presidiare le attività amministrative, per evitare casi di cattiva amministrazione e garantire a tutti gli operatori di agire con correttezza.

Una volta declinate quindi le misure anticorruzione come “misure di buona amministrazione”, sarà più agevole individuare alcuni modus operandi che potranno diventare misure di carattere trasversale, valevoli per tutti i Settori e per tutti i processi. Si tratterà in sostanza di individuare dei criteri operativi generali che possano fungere da linee di condotta, da seguire nella gestione delle diverse attività amministrative, a prescindere dalla puntuale individuazione delle misure nelle singole fasi dei processi. Questo per perseguire anche l’obiettivo di semplificare la gestione delle misure e dare più efficacia alla politica di prevenzione radicandola nelle dinamiche organizzative.

Programma di Governo

Inoltre, il Piano è stato formulato anche tenendo conto degli altri atti di indirizzo e strumenti di programmazione dell’Ente.

Il riferimento è, innanzitutto, a quanto indicato nel Programma di Governo del Presidente della Provincia, di cui alla deliberazione del Consiglio Provinciale n. 40 in data 29 novembre 2018:

- Casa dei Comuni al servizio del territorio;
- Viabilità;
- Edilizia Scolastica;
- Tutela e valorizzazione dell’Ambiente e del Territorio;
- Aree Omogenee;
- Trasporto Pubblico Locale;
- Infrastrutture;
- Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale;
- Piano Cave;
- Protezione Civile;
- I Canoni Idrici;
- I Servizi (Progetti Smart – Videosorveglianza; la Rete Bibliotecaria Bresciana; coordinamento provinciale dei progetti di accoglienza);
- L’ambito Culturale e Turistico (il Sistema Culturale Bresciano; il Sistema Turistico Bresciano; il Sistema Fieristico Provinciale);
- I primi cento giorni.

Il nuovo Consiglio Provinciale ha preso atto del suddetto Programma di Governo con deliberazione n. 18 nella seduta del 23 maggio 2019.

Documento Unico di Programmazione

Si è anche considerato quanto contenuto nel Documento Unico di Programmazione 2019/2021, approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 7 in data 14 marzo 2019 ove, tra gli obiettivi operativi collegati alle Linee Strategiche, trovano spazio le misure di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza.

In particolare, alla Missione 01, Programma 11, sono presenti gli Obiettivi 066, 067, 068, 070, 071, 072; 074, 075, 076, 077, 078, 079, “Misure Anticorruttive e della Trasparenza in materia di […]”, intestati ai diversi Centri di Responsabilità dell’Ente.

Piano Esecutivo di Gestione e delle Performance

Per quanto concerne, infine, il Piano Esecutivo di Gestione e delle Performance 2019/2021, approvato con decreto del Presidente della Provincia n. 101 in data 17 aprile 2019 e successive modificazioni, esso ha individuato specifici progetti in materia di Anticorruzione e Trasparenza, assegnati ai diversi Settori dell’Ente i quali recepiscono le Misure inserite nel Piano di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. Ciascun progetto contiene gli obiettivi da raggiungere, articolati in fasi, a cui sono associati gli indicatori di realizzazione con i relativi risultati attesi.

 

5. Attività a più elevato Rischio di Corruzione

Il Piano 2013-2015, in sede di prima applicazione e considerate le attività più rilevanti svolte dalla Provincia di Brescia, ha provveduto ad individuare una prima serie di attività ad elevato rischio corruttivo; poi, a partire dalla modifica del giugno 2014, si è proceduto ad una analitica valutazione del rischio comprensiva della mappatura di tutti i processi attuati nell’Ente.

In vista dell’attuale aggiornamento del Piano per il triennio 2020-2022, tale procedura è stata oggetto della prevista rivisitazione complessiva seguendo le indicazioni del Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) 2019.

Contestualmente, si è anche proceduto a recepire gli aggiornamenti al Quadro Organizzativo dell’Ente, approvati in corso d’anno e, da ultimo, con decreto del Presidente della Provincia n. 217 in data 10 settembre 2019.

In termini riassuntivi, sono stati mappati 138 processi con il seguente grado di rischio:

Processi

Grado di Rischio

Critico

Rilevante

Medio-Basso

Trascurabile

Totale

Numero

0

46

84

8

138

Percentuale

0,00%

33,33%

60,87%

5,80%

100,00%

Nella tabella che segue sono indicate le attività che sono risultate a maggiore rischio e i Settori che si occupano di tali attività:

Ambiti a rischio “Rilevante”

Settori interessati

Appalti e Contratti pubblici di Lavori, Servizi e Forniture

della Stazione Appaltante – Centrale Unica di Committenza di Area Vasta; delle Strade e dei Trasporti; dell’Edilizia Scolastica e Direzionale; delle Grandi Infrastrutture; della Innovazione, del Turismo e dei Servizi ai Comuni; delle Risorse Umane e Controllo di Gestione; dell’Ambiente e della Protezione Civile; della Programmazione e dei Servizi Finanziari; Vigilanza e Sicurezza – Direzione Amministrativa

Vigilanza e Controllo in materia di Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca svolti da Agenti e Ufficiali della Polizia Provinciale

Vigilanza e Sicurezza – Corpo della Polizia Provinciale

Richiesta di intervento per controllo numerico o cattura di specie faunistiche e altre verifiche in loco

Vigilanza e Sicurezza – Corpo della Polizia Provinciale

Adozione Piani Urbanistici (PTCP) e Pareri in materia urbanistica

della Pianificazione Territoriale

Pareri in materia di Grandi Strutture di Vendita

della Pianificazione Territoriale

Procedure di VIA e di assoggettabilità alla VIA

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Autorizzazione all’esercizio Attività di Cava

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Autorizzazioni, Nulla – Osta e controlli in materia di Impianti di Recupero Rifiuti

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)
Autorizzazione Unica Ambientale (AUA)

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Attività di bonifica Siti Contaminati

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Concessione di acque minerali termali; Concessione di derivazione di acqua pubblica; Rinnovo di Concessione all’uso di acqua pubblica; Autorizzazioni in materia di stabilimenti termali e stabilimenti di imbottigliamento acque minerali

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Gestione delle Polizze Fidejussorie

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Concorsi e prove selettive per l’assunzione di personale e altre procedure selettive

delle Risorse Umane e Controllo di Gestione

Procedura espropriativa

delle Grandi Infrastrutture

Accordi di programma e protocolli di intesa per il sostegno di iniziative culturali e sportive

della Cultura e dei Servizi alla Persona – della Istruzione e della Formazione

Gestione fondi strutturali e nazionali per le politiche di coesione – Gestione fondi derivanti da progetti finanziati attraverso bandi, con risorse pubbliche o private, in materia di innovazione

della Innovazione, del Turismo e dei Servizi ai Comuni

Sanzioni amministrative

dell’Ambiente e della Protezione Civile

PremessaSituazione complessivaAmbiti a rischio rilevante

Premessa

Il Piano 2013-2015, in sede di prima applicazione e considerate le attività più rilevanti svolte dalla Provincia di Brescia, ha provveduto ad individuare una prima serie di attività ad Elevato Rischio corruttivo; poi, a partire dalla modifica del giugno 2014, si è proceduto ad una analitica Valutazione del Rischio comprensiva della mappatura di tutti i Processi attuati nell’Ente.

In vista dell’attuale aggiornamento del Piano, tale procedura è stata oggetto della prevista rivisitazione complessiva secondo quanto precisato al precedente paragrafo 2.

Contestualmente, si è anche proceduto a recepire gli aggiornamenti al Quadro Organizzativo dell’Ente, approvati in corso d’anno e, da ultimo, con decreto del Presidente della Provincia n. 217 in data 10 settembre 2019.

Situazione complessiva

Le risultanze finali di tale rivisitazione, svolta con il coinvolgimento della Struttura Gestionale dell’Ente, sono riportate nella Tabella 1 - “Gestione del Rischio e Misure Anticorruttive e nella Tabella 2 - “Valutazione del livello di esposizione al rischio, entrambe allegate al presente Piano.

Con riferimento a quest’ultima Tabella, contenendo la stessa degli elementi numerici di elevato dettaglio relativi ad eventuali eventi sentinella inerenti il singolo processo (numero di procedimenti disciplinari/penali/per responsabilità amministrativo-contabile, numero di ricorsi, numero di segnalazioni), tali elementi numerici, in linea prudenziale ed in ossequio a un criterio di pertinenza e non eccedenza, saranno sostituiti, in fase di pubblicazione sul Sito, con altrettanti “omissis”.

In termini riassuntivi, sono stati mappati n. 138 Processi, 118 dei quali rientrano in una delle Aree di rischio generale previste dalla Legge e dal PNA, mentre 20 costituiscono Aree di rischio specifiche individuate dalla Provincia di Brescia.

All’esito della Valutazione del Rischio, effettuata secondo la nuova metodologia indicata dal PNA 2019, è emersa la seguente situazione complessiva:

Processi

Grado di Rischio

Critico

Rilevante

Medio-Basso

Trascurabile

Totale

Numero

0

46

84

8

138

Percentuale

0,00%

33,33%

60,87%

5,80%

100,00%

Rilevato quanto sopra ed avuto riguardo alla finalità preventiva del Piano, ai fini dell’applicazione delle Misure ed il conseguente Monitoraggio dell’attività svolta, si ritiene di considerare prioritariamente tutti i Processi e le Attività configurati come a rischio “Rilevante” e, successivamente, a rischio “Medio-Basso”.

Sempre nel perseguimento della finalità preventiva propria del Piano, le misure di nuova introduzione ivi previste vengono trasferite nella sezione dedicata alle misure già attuate (ossia consolidate) solo a seguito della loro concreta sperimentazione, senza rilevanti criticità, per almeno un triennio. Ciò viene stabilito secondo un criterio prudenziale, al fine di riservare alle stesse maggiore attenzione, anche ai fini di un più frequente monitoraggio, per un adeguato periodo di tempo.

Ambiti a rischio rilevante

Come più dettagliatamente riportato nell’allegata Tabella 1, gli attuali ambiti configurati come a rischio “Rilevante”, si possono schematizzare come di seguito indicato:

Ambiti a rischio “Rilevante”

Settori interessati

Appalti e Contratti pubblici di Lavori, Servizi e Forniture

della Stazione Appaltante – Centrale Unica di Committenza di Area Vasta; delle Strade e dei Trasporti; dell’Edilizia Scolastica e Direzionale; delle Grandi Infrastrutture; della Innovazione, del Turismo e dei Servizi ai Comuni; delle Risorse Umane e Controllo di Gestione; dell’Ambiente e della Protezione Civile; della Programmazione e dei Servizi Finanziari; Vigilanza e Sicurezza – Direzione Amministrativa

Vigilanza e Controllo in materia di Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca svolti da Agenti e Ufficiali della Polizia Provinciale

Vigilanza e Sicurezza - Corpo della Polizia Provinciale

Richiesta di intervento per controllo numerico o cattura di specie faunistiche e altre verifiche in loco

Vigilanza e Sicurezza - Corpo della Polizia Provinciale

Adozione Piani Urbanistici (PTCP) e Pareri in materia urbanistica

della Pianificazione Territoriale

Pareri in materia di Grandi Strutture di Vendita

della Pianificazione Territoriale

Procedure di VIA e di assoggettabilità alla VIA

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Autorizzazione all’esercizio Attività di Cava

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Autorizzazioni, Nulla – Osta e controlli in materia di Impianti di Recupero Rifiuti

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)
Autorizzazione Unica Ambientale (AUA)

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Attività di bonifica Siti Contaminati

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Concessione di acque minerali termali; Concessione di derivazione di acqua pubblica; Rinnovo di Concessione all’uso di acqua pubblica; Autorizzazioni in materia di stabilimenti termali e stabilimenti di imbottigliamento acque minerali

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Gestione delle Polizze Fidejussorie

dell’Ambiente e della Protezione Civile

Concorsi e prove selettive per l'assunzione di personale e altre procedure selettive

delle Risorse Umane e Controllo di Gestione

Procedura espropriativa

delle Grandi Infrastrutture

Accordi di programma e protocolli di intesa per il sostegno di iniziative culturali e sportive

della Cultura e dei Servizi alla Persona – della Istruzione e della Formazione

Gestione fondi strutturali e nazionali per le politiche di coesione – Gestione fondi derivanti da progetti finanziati attraverso bandi, con risorse pubbliche o private, in materia di innovazione

della Innovazione, del Turismo e dei Servizi ai Comuni

Sanzioni amministrative

dell’Ambiente e della Protezione Civile

La Valutazione del Rischio come sopra descritta è soggetta a rivisitazione almeno annuale, in occasione dell’aggiornamento del Piano, fermo restando che eventuali situazioni rilevanti tali da modificare in modo significativo il Grado di Rischio debbono essere tempestivamente recepite.

6. Misure di Prevenzione della Corruzione

La Provincia di Brescia, al fine di prevenire i fenomeni di corruzione, applica i seguenti criteri:

– adozione di idonee procedure per la formazione, attuazione e controllo delle decisioni in qualunque forma assunte;
– massima trasparenza della azione amministrativa;
– formazione per i dipendenti impiegati nelle attività a maggior rischio di corruzione;
– qualora possibile, rotazione dei dirigenti, funzionari e dipendenti preposti alle attività più esposte;
– diffusione e concreta applicazione del Codice di Comportamento;
– attività di monitoraggio, in sintonia con il vigente sistema integrato dei controlli interni.

Nella parte sottostante è possibile approfondire il contenuto delle singole misure.

In ogni caso, anche al di là delle singole misure, l’attività si svolge nel rispetto dei seguenti principi generali, anch’essi descritti nella parte sottostante:
– riduzione della discrezionalità;
– standardizzazione delle procedure;
– corretta ripartizione delle responsabilità e valutazione di eventuali interferenze funzionali.

Criteri generaliSviluppo delle misure

Criteri generali

La Provincia di Brescia, al fine di prevenire i fenomeni di corruzione, applica i seguenti criteri:

- Adozione di idonee procedure per la formazione, attuazione e controllo delle decisioni in qualunque forma assunte;
- Massima trasparenza della azione amministrativa;
- Formazione per i dipendenti impiegati nelle attività a maggior rischio di corruzione;
- Qualora possibile, rotazione dei dirigenti, funzionari e dipendenti preposti alle attività indicate nel precedente paragrafo 5;
- Diffusione e concreta applicazione del Codice di Comportamento;
- Con particolare riferimento agli atti ricompresi nelle attività a più elevato rischio corruzione, e con modalità e tempi individuati dal Responsabile, in sintonia con il vigente sistema integrato dei controlli interni, svolgimento di un costante monitoraggio a campione sugli atti dirigenziali.

Sviluppo delle misure

In applicazione di quanto previsto dalla normativa vigente, sono individuate sia Misure di carattere generale, valevoli per ogni Area di Rischio, sia Misure specifiche, applicabili a settori particolari.

Nell’allegata Tabella 1, sono riportate le Misure individuate, i Soggetti responsabili della loro attuazione - ossia i dirigenti dei Settori indicati, il cui nominativo è chiaramente individuabile nell’Organigramma dell’Ente - e la relativa tempistica. Per il Corpo della Polizia Provinciale, provvede il relativo Comandante.

Premessa1. Adempimenti di Trasparenza2. Codice di Comportamento3. Rotazione del personale apicale maggiormente esposto4. Misure sull’imparzialità soggettiva dei funzionari pubblici5. Incarichi extraistituzionali e divieti di svolgere talune attività ad avvenuta cessazione del rapporto di lavoro6. Il Sistema dei Controlli Interni7. Attività in materia di Inconferibilità e Incompatibilità8. Misure di tutela per il dipendente che segnala condotte illecite9. Formazione10. Monitoraggio del rispetto dei tempi per la conclusione dei procedimenti amministrativi11. Rapporti con le Aziende Speciali della Provincia di Brescia e con gli altri Enti controllati e partecipati12. Indirizzi emanati dal Segretario Generale13. Attività della Segreteria Generale finalizzata al costante supporto e assistenza ai Settori nella preparazione di atti dirigenziali, in particolare delle determinazioni14. Misure riferite all’Area dei Contratti Pubblici14bis. Centrale Unica di Committenza “Area Vasta Brescia”15. Misure riferite al Servizio di Pronta Reperibilità16. Misure riferite all’Antiriciclaggio17. Misure di informatizzazione del Piano di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza18. Azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile19. Revisione della regolamentazione interna che disciplina la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e vantaggi economici20. Riduzione della discrezionalità21. Standardizzazione delle procedure22. Corretta ripartizione delle responsabilità e valutazione di eventuali interferenze funzionali

Premessa

Di seguito vengono descritte le Misure di carattere generale, valevoli trasversalmente per tutti i Settori dell'Ente.

1. Adempimenti di Trasparenza

Per quanto attiene gli aspetti inerenti la trasparenza amministrativa, si fa espresso rinvio a quanto riportato nella Sezione II del presente Piano, ad essi dedicata.

Trasparenza e Integrità
Approfondimenti

2. Codice di Comportamento

Il nuovo Codice di Comportamento dei dipendenti è stato approvato con il D.P.R. n. 62/2013. Esso è stato diffuso in modo capillare all’interno delle Strutture assicurandone la conoscibilità a tutti i dipendenti.

Il Codice di Comportamento dei Dipendenti della Provincia di Brescia è stato approvato con deliberazione della Giunta Provinciale n. 405 in data 20 dicembre 2013.

Codice di Comportamento
Approfondimenti

3. Rotazione del personale apicale maggiormente esposto

Rotazione “ordinaria”

I criteri per l’attuazione della rotazione dei dirigenti, funzionari e dipendenti preposti alle attività indicate nel precedente paragrafo 5 sono stabiliti con decreto del Presidente della Provincia e tengono conto dei seguenti principi generali.

Sulla base dei risultati del monitoraggio circa i mutamenti delle responsabilità all’interno dell’Ente discendenti dal Riordino delle Province, documento predisposto nel corso del 2018 da parte del Settore del Personale e che si provvederà ad aggiornare, si potrà ora procedere alla programmazione, nel triennio di riferimento e previa revisione dei relativi criteri con decreto del Presidente della Provincia, di eventuali ulteriori forme di rotazione del personale maggiormente esposto al Rischio di corruzione rispetto a quanto già avvenuto in questi anni e tenuto conto, anche, di misure alternative quali, ad esempio, la segmentazione delle responsabilità all’interno dei Procedimenti Amministrativi. Si evidenzia, infatti, che la situazione legata al riordino dell’Ente non è ancora da intendersi consolidata.

Rotazione “straordinaria”

Quanto sopra ferma restando l'applicazione della rotazione “straordinaria” prevista dall'articolo 16, comma 1, lettera l-quater del decreto legislativo n. 165 del 2001, nel caso di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva. Si richiama, in ordine alla applicazione di questa misura, quanto contenuto nelle “Linee guida in materia di applicazione della misura della rotazione straordinaria di cui all’art. 16, comma 1, lettera l-quater, del d.lgs. n. 165 del 2001” approvate dalla Autorità Nazionale Anticorruzione con deliberazione n. 215 in data 26 marzo 2019.

Rotazione del personale nelle aree a più elevato rischio
Approfondimenti

4. Misure sull’imparzialità soggettiva dei funzionari pubblici

Premessa

Quali misure sull’imparzialità soggettiva dei funzionari pubblici, si richiamano quelle già descritte ai punti 2 (Codice di Comportamento), 3 (Rotazione straordinaria), 5 (Incarichi extraistituzionali e divieti ad avvenuta cessazione del rapporto di lavoro), 7 (Inconferibilità e incompatibilità). Sono inoltre da comprendersi in questa categoria, le seguenti ulteriori misure.

Individuazione e gestione di situazioni di conflitto di interessi

Come riportato nel Piano Nazionale Anticorruzione, la tutela anticipatoria di fenomeni corruttivi si realizza anche attraverso la individuazione e la gestione del conflitto di interessi, situazione, questa, che si configura laddove la cura dell’interesse pubblico cui è preposto il funzionario potrebbe essere deviata per favorire il soddisfacimento di interessi contrapposti di cui sia titolare il medesimo funzionario direttamente o indirettamente. Si tratta dunque di una condizione che determina il rischio di comportamenti dannosi per l’amministrazione, a prescindere dal fatto che ad essa segua o meno una condotta impropria.

Si richiamano in questa sede anche le indicazioni fornite dall’Autorità Nazionale Anticorruzione con le Linee Guida n. 15: “Individuazione e gestione dei conflitti di interesse nelle procedure di affidamento di contratti pubblici” (deliberazione n. 494 in data 5 giugno 2019).

Oltre alla previsione delle misure di carattere generale più sotto indicate, in sede di mappatura dei processi più rilevanti (particolarmente, ma non solo, in materia di contratti pubblici), laddove possibile si è favorita la preventiva individuazione di possibili situazioni di rischio che possano far emergere, nelle varie fasi della procedura, conflitti di interesse non dichiarati o non comunicati, e la conseguente individuazione di misure specifiche per mitigare detto rischio. Le figure che all’esito di tale mappatura sono risultate più di altre interessate da misure specifiche sono: i componenti di commissioni (gara, concorso, ecc.), il responsabile del procedimento, il collaudatore (o colui che redige il certificato di regolare esecuzione), il direttore dell’esecuzione.

Misure di prevenzione nella formazione di commissioni e nella assegnazione agli uffici

Si tratta dei divieti pervisti dall’articolo 35-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001, per i dipendenti che siano stati condannati anche con sentenza non passata in giudicato, per reati contro la pubblica amministrazione:

- di far parte, anche con compiti di segreteria, di commissioni per l’accesso o la selezione a pubblici impieghi;
- di essere assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all’acquisizione di beni, servizi e forniture, alla concessione o all’erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici o privati;
- di far parte di commissioni di gara per l’affidamento di lavori, servizi e forniture, per la concessione o l’erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari e per l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere.

Misure sull'imparzialità soggettiva dei funzionari pubblici
Approfondimenti

5. Incarichi extraistituzionali e divieti di svolgere talune attività ad avvenuta cessazione del rapporto di lavoro

In ossequio al nuovo articolo 53, comma 3 bis, del decreto legislativo n. 165 del 2001, l’Ente ha predisposto, tramite aggiornamento della regolamentazione interna, un elenco di incarichi vietati ai propri dipendenti, tenuto conto in primo luogo dei criteri allo scopo elaborati dall’apposito Tavolo Tecnico e resi disponibili dal Dipartimento della Funzione Pubblica.

Rispetto a quanto sopra, si richiama il “Regolamento per la disciplina delle incompatibilità e la definizione dei criteri per il conferimento e l’autorizzazione di incarichi esterni al personale dipendente della Provincia di Brescia” approvato con decreto del Presidente della Provincia n. 179 in data 17 luglio 2019. Detto Regolamento, da intendersi integralmente richiamato in questa sede, prevede specifiche norme, anche di tipo procedimentale e in ordine al riparto delle responsabilità, relative a: incarichi vietati e conflitto di interessi (articoli 2,3,4,5), criteri per l’autorizzazione agli incarichi esterni (articolo 8), attività successiva alla cessazione dal servizio (articolo 14), monitoraggio dei rapporti con soggetti esterni e attività di vigilanza (articolo 16). La modulistica di supporto e gli aspetti interpretativi e di dettaglio, anche al fine di diffondere buone pratiche, sono demandati a Circolari del dirigente del Settore delle Risorse Umane e Controllo di Gestione (articolo 18).

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6. Il Sistema dei Controlli Interni

Sistema introdotto dal decreto legge n. 174/2012, convertito dalla legge n. 213/2012.

Con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 1 in data 18 gennaio 2013, è stato adottato il Regolamento sugli strumenti e le modalità dei Controlli Interni.

Tutte le attività di controllo preventivo e successivo, nonché di monitoraggio contestuale degli stessi, sono state avviate e proseguono in esecuzione delle norme regolamentari e in ossequio ai criteri di cui sopra.

Per quanto attiene, in particolare, il Controllo di Regolarità Amministrativa e Contabile, esso è anche disciplinato da specifici atti organizzativi adottati, ai sensi del citato Regolamento, dal Segretario Generale dell’Ente nella osservanza dei principi generali di revisione aziendale.

In particolare, al fine di una maggiore integrazione del sistema dei controlli interni con le attività di prevenzione della corruzione, in un'ottica di miglioramento organizzativo, il piano annuale dei controlli, contenuto in apposito atto organizzativo del Segretario Generale, sarà predisposto avendo di mira in special modo gli atti ed i processi a più elevato rischio di fenomeni corruttivi, tenendo conto anche delle anomalie riscontrate negli anni passati e delle eventuali criticità emerse nel corso della gestione dei singoli processi. In base alla tipologia degli atti da controllare sono definiti check list e schemi di atti strutturati sui singoli processi, al fine di mettere a fuoco gli ambiti più a rischio di inefficienza.

Sistema dei Controlli Interni Successivi
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7. Attività in materia di Inconferibilità e Incompatibilità

Aspetti di carattere generale

Al Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, nell’ambito della cura dell’osservanza delle norme relative alla inconferibilità e incompatibilità degli incarichi, compete l’obbligo, previa contestazione all’interessato, di dichiarare la nullità dei provvedimenti di nomina adottati in violazione delle disposizioni dettate dal decreto legislativo n. 39/2013.

Il suddetto Responsabile assume, quindi, nel periodo di interdizione (tre mesi) stabilito dalla Legge, la funzione di Organo sostitutivo competente nei casi di nullità di provvedimenti emanati dagli Organi titolari del potere di nomina in via ordinaria.

Di tutte le sopra citate attività, il Responsabile ne dà notizia al Presidente della Provincia e Nucleo di Valutazione (NdV) anche ai fini delle valutazioni sulla performance individuale.

Si richiamano, in proposito, le “Linee guida in materia di accertamento delle inconferibilità e delle incompatibilità degli incarichi amministrativi da parte del responsabile della prevenzione della corruzione […]” emanate dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (deliberazione n. 833 in data 3 agosto 2016).

Inconferibilità e Incompatibilità
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8. Misure di tutela per il dipendente che segnala condotte illecite

In applicazione di quanto previsto dalla normativa nazionale, nonché dal Codice di Comportamento dei Dipendenti della Provincia di Brescia, si provvede a garantire ogni misura di riservatezza a tutela del dipendente che segnala un illecito nell’Ente.

L’Ente si è dotato di un canale differenziato e riservato di ricezione delle segnalazioni, mediante uno specifico indirizzo di posta elettronica, mettendo anche a disposizione la modulistica di supporto.

Tutela Dipendente che segnala illeciti
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9. Formazione

I dipendenti che, direttamente o indirettamente, svolgono una delle attività classificate a più elevato rischio partecipano ad un programma formativo, che è stato attivato a cominciare dall’anno 2014.

Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza individua, tramite i dirigenti e secondo la procedura prevista dal Piano della Formazione, i dipendenti che dovranno partecipare ai programmi di formazione che avranno ad oggetto:

- I temi della legalità e dell’etica, con particolare riferimento alle misure di prevenzione adottate dall’Ente e correlati doveri di tipo comportamentale;
- Le buone prassi amministrative, anche alla luce delle risultanze delle attività di controllo;
- La disciplina dei reati contro la Pubblica Amministrazione.

Vengono altresì assicurati la necessaria integrazione e coordinamento con il Piano della Formazione, anch’esso di respiro triennale, il quale prevede una specifica sezione dedicata alla Formazione in materia Anticorruttiva e della Trasparenza, ove è inserita, recependo quanto contenuto nel presente Piano, sia l’attività formativa di carattere generale, sia quella specifica riferita alle materie trattate dai vari Settori dell’Ente.

Il Piano Triennale di Formazione del personale 2019 – 2021 è stato approvato con decreto del Presidente della Provincia n. 186/2019

Formazione
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10. Monitoraggio del rispetto dei tempi per la conclusione dei procedimenti amministrativi

Il sistema si basa sul coinvolgimento diretto dei singoli dirigenti che provvedono alla periodica ricognizione dei tempi di conclusione dei procedimenti per le materie di rispettiva competenza.

Sulla base dei risultati della mappatura condotta, si ritiene di diversificare la cadenza del monitoraggio, in modo tale da assicurare una cadenza più ravvicinata per i Processi a maggiore rischio. In particolare, il monitoraggio viene effettuato con cadenza almeno trimestrale per le attività a Rischio Rilevante, semestrale per quelle a Rischio Medio – Basso ed annuale per quelle a Rischio Trascurabile. Si procede, quindi, alla pubblicazione dei dati in tabelle distinte per materia e grado di rischio.

Monitoraggio Tempi Procedimentali
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11. Rapporti con le Aziende Speciali della Provincia di Brescia e con gli altri Enti controllati e partecipati

La Provincia di Brescia definisce specifiche Linee di Indirizzo nei confronti delle proprie Aziende Speciali anche al fine del coordinamento delle misure Anticorruttive e della Trasparenza dalle stesse adottate, con il presente Piano.

Anche nei confronti degli altri Enti partecipati - Società, Associazioni e Fondazioni – la Provincia svolge attività informativa circa gli adempimenti in materia di Trasparenza Amministrativa e di Prevenzione della Corruzione agli stessi intestati.

Viene svolta la conseguente attività di monitoraggio, richiedendo agli Enti le necessarie informazioni.

Misure riferite alle Aziende Speciali della Provincia di Brescia e agli altri Enti controllati e partecipati
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12. Indirizzi emanati dal Segretario Generale

Gli Indirizzi emanati dal Segretario Generale e rivolti alla Struttura Gestionale dell’Ente, tramite proprie Direttive e Circolari, finalizzati alla corretta interpretazione delle norme vigenti e dei loro successivi aggiornamenti, a garanzia della legittimità dell’attività svolta, si configurano anche come disposizioni attuative delle Misure di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza Amministrativa, adottate dalla Provincia di Brescia.

Indirizzi emanati dal Segretario Generale
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13. Attività della Segreteria Generale finalizzata al costante supporto e assistenza ai Settori nella preparazione di atti dirigenziali, in particolare delle determinazioni

L’attività di supporto di cui sopra, si svolge in stretta correlazione con l'attività svolta in tema di controlli successivi di regolarità amministrativa, ritenendo utile, in base alla tipologia di atti da controllare, il definire check list e schemi di atti strutturati sui singoli processi, al fine di mettere a fuoco gli ambiti più a rischio di inefficienza.

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14. Misure riferite all’Area dei Contratti Pubblici

Posto che diversi elementi di contesto analizzati fanno riferimento all’area dei contratti pubblici si è ritenuto di prevedere il rafforzamento delle misure ad essi riferite. Ciò anche al fine di ricomprendere in tale ambito la nuova attività svolta dalla Provincia di Brescia quale Stazione Unica Appaltante - Centrale Unica di Committenza di Area Vasta, svolta a favore di altri Enti.

Le singole misure sono analiticamente descritte nell’allegata Tabella 1 “Gestione del Rischio e Misure Anticorruttive anche al fine di tenere conto delle eventuali specificità degli affidamenti effettuati dai diversi Settori dell’Ente.

In linea generale, si evidenzia come il presidio della materia avvenga attraverso misure di regolamentazione (indicazioni operative interne; Regolamento per incentivi di cui al Codice dei Contratti; applicazione nuovo Patto d’Integrità), misure di organizzazione (attività di: programmazione approvvigionamenti di servizi e forniture; verifica preventiva Capitolati Speciali; assistenza e supporto nella preparazione degli atti; certificazione di qualità e relativi protocolli interni), misure di trasparenza rafforzata (tabelle riassuntive e rappresentazioni grafiche dei dati inerenti i contratti stipulati), nonché misure di disciplina del conflitto di interessi (rilascio e controllo di specifiche dichiarazioni circa la insussistenza di situazioni di conflitto di interessi).

Al fine di semplificare ed uniformare le modalità di affidamento e di esecuzione di contratti di lavori, servizi e forniture, si è provveduto ad emanare le Indicazioni operative per l'affidamento dei contratti pubblici (Parte I: fasi della programmazione e progettazione) di cui alla Circolare del Segretario Generale dell’Ente protocollo n. 172169/2019. Il documento si rivolge in primis agli Uffici della Provincia di Brescia e, a seguito della sua approvazione nell'ambito della Cabina di Regia di cui all'articolo 9 della Convenzione tra la Provincia di Brescia e le Comunità Montane aderenti, alla sede principale e alle sedi distaccate della Centrale Unica di Committenza “Area Vasta Brescia” (CUC).

Le istruzioni operative in discorso costituiscono la prima parte di un documento più ampio da intendersi a carattere modulare il quale, una volta completato, abbraccerà l’intero iter, dalla fase della programmazione alla fase di esecuzione e rendicontazione del contratto.

Si evidenzia che a conclusione di una fase di ascolto e confronto, sia interna agli Uffici della Provincia di Brescia, sia in riferimento alla Centrale Unica di Committenza di Area Vasta e sia, infine, nell'ambito di quanto previsto dal "Protocollo di Intesa tra la Provincia di Brescia, la Associazione dei Comuni Bresciani, la Cassa Assistenziale Paritetica Edile di Brescia e le Parti Sociali per il rafforzamento della legalità nel settore della edilizia" (decreto del Presidente della Provincia n. 18/2018), si è pervenuti all'aggiornamento, in senso migliorativo, del Patto di Integrità in uso, che si ritiene possa contribuire ad un più accurato monitoraggio dei rapporti con soggetti esterni anche in relazione alla emersione di eventuali situazioni di conflitto di interessi, il medesimo prevede un articolo dedicato al settore della edilizia e si presta ad essere utilizzato, in ossequio a criteri di semplificazione e standardizzazione delle procedure, anche per i Comuni e altri Enti aderenti alla CUC. Il nuovo Patto di Integrità è stato approvato con determinazione dirigenziale n. 1949/2019.

Contratti Pubblici
Approfondimenti

14bis. Centrale Unica di Committenza “Area Vasta Brescia”

Per quanto attiene la nuova attività svolta dalla Provincia di Brescia quale Stazione Unica Appaltante - Centrale Unica di Committenza di Area Vasta, svolta a favore di altri Enti, vi è da evidenziare, anche, che con l’anno 2018, con l’entrata in vigore del “Regolamento della Centrale di Committenza (CUC) Area Vasta Brescia (deliberazione del Consiglio Provinciale n. 27/2017) e la sottoscrizione del nuovo “Schema di Convenzione con i Comuni per lo svolgimento della attività della Centrale Unica di Committenza Area Vasta” (deliberazione del Consiglio Provinciale n. 26/2017) ha preso concreto avvio quanto disposto con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 20 in data 28 luglio 2016 in ordine alla costituzione di un’unica CUC articolata in una Sede Principale identificata nella Provincia di Brescia e in diverse Sedi Distaccate Territoriali corrispondenti alle Comunità Montane aderenti, ciò in considerazione della sua notevole estensione geografica e l’elevato numero di Comuni presenti (hanno aderito le seguenti Sedi Distaccate: Valletrompia; Vallecamonica; Alto Garda Bresciano; Sebino Bresciano).

In vista della scadenza delle convenzioni sottoscritte, con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 39 in data 14 novembre 2019, si è provveduto ad approvare lo schema di convenzione per la prosecuzione delle attività della Centrale Unica di Committenza “Area Vasta Brescia”.

Approfondimenti

15. Misure riferite al Servizio di Pronta Reperibilità

Al fine di razionalizzare e uniformare procedure e modalità operative dei Settori interessati, con il decreto del Presidente della Provincia n. 242 in data 11 ottobre 2016 è stato approvato il Regolamento di disciplina del Servizio di Pronta Reperibilità. Il Regolamento in parola, prevedendo norme di carattere organizzativo e comportamentale, oltre che di tracciabilità e monitoraggio dell’attività svolta in condizioni di emergenza, rappresenta una misura generale con finalità preventive. Inoltre, il medesimo Regolamento prevede il rafforzamento della trasparenza tramite la pubblicazione sul Sito Ufficiale dell’Ente di tutti gli atti a contenuto generale che disciplinano il Servizio e di una Scheda annuale riepilogativa degli interventi svolti, redatta da ciascun dirigente interessato.

Servizio di Pronta Reperibilità

16. Misure riferite all’Antiriciclaggio

Il Piano Nazionale Anticorruzione 2016, nel richiamare quanto previsto dalla normativa di riferimento, evidenzia la continuità esistente tra i presidi anticorruzione e antiriciclaggio, oltre che l'utilità delle misure di prevenzione del riciclaggio ai fini del contrasto alla corruzione.

Attualmente, il principale riferimento attuativo della norma è costituito dalle Istruzioni emanate in data 23 aprile 2018 dalla Unità di Informazione Finanziaria (UIF) presso la Banca d'Italia e che contiene anche l'aggiornamento degli indicatori di anomalia (GURI n. 269 Serie Generale del 19 novembre 2018).

Nella finalità di favorire la massima integrazione delle misure in argomento, la figura del “gestore” coincide, nell’Ente, con il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza.

La Provincia di Brescia ha manifestato il proprio interesse ad aderire ad una strutturata iniziativa di formazione e supporto concreto che ANCI Lombardia sta avviando in collaborazione con Regione Lombardia. Anche a seguito della partecipazione - qualora confermata - a detta iniziativa potranno scaturire ulteriori approfondimenti anche in ordine a concrete modalità per l’individuazione di operazioni sospette.

Antiriciclaggio
Approfondimenti

17. Misure di informatizzazione del Piano di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza

Nella finalità di migliorare la tracciabilità e semplificare l’attività svolta, oltre che favorire l’integrazione tra i diversi Strumenti di Programmazione dell’Ente, si prevede la progressiva informatizzazione del Piano di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. Si proseguirà, in particolare, a favorire l'integrazione con il Piano Esecutivo di Gestione e delle Performance, anche ai fini del monitoraggio circa lo stato di attuazione delle misure di prevenzione della corruzione e per la trasparenza. In particolare, è prevista la revisione complessiva del sistema informativo del PTPCT, al fine di recepire tutte le indicazioni del nuovo PNA 2019, in particolare per quanto riguarda gli approfondimenti in fase di mappatura dei processi, individuazione e ponderazione del rischio.

Informatizzazione dei Processi

18. Azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile

Al fine di mantenere un canale di comunicazione aperto nei confronti della società civile, la Provincia di Brescia interviene a vari livelli.

Innanzitutto, in vista degli aggiornamenti al Piano, sul Sito Istituzionale dell’Ente viene pubblicato un apposito Avviso finalizzato alla presentazione, da parte di tutti i Soggetti interessati, di eventuali osservazioni o proposte di cui tenere conto in fase di stesura del testo definitivo, comprensivo della modulistica di supporto. Inoltre, si provvede anche ad inviare, ai medesimi fini, comunicazioni indirizzate a Soggetti portatori di interessi diffusi in ambito provinciale, Organizzazioni Sindacali, Associazioni dei Consumatori e degli Utenti, Comuni del Territorio, Rete Bibliotecaria Bresciana.

Anche nell'ambito delle Giornate della Trasparenza, gestite in modalità on line, si provvede a mettere a disposizione, per quanti interessati, specifici canali di interlocuzione con la Provincia di Brescia.

Sensibilizzazione e rapporto con la società civile
Approfondimenti

19. Revisione della regolamentazione interna che disciplina la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e vantaggi economici

Con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 12 in data 18 marzo 2013 è stato approvato il “Regolamento di disciplina della concessione di benefici economici”.

Al fine di tenere conto dei mutamenti organizzativi e funzionali dell’Ente discendenti dal processo di Riordino delle Province, nonché sulla base dell’esperienza maturata nell’applicazione della precedente regolamentazione, si ritiene ora opportuno rivedere la normativa in discorso, secondo criteri di semplificazione e tracciabilità delle procedure, nonché di corretta ripartizione di ruoli e responsabilità disciplinando, secondo un criterio di integrazione e completezza, in un unico corpo regolamentare la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e vanteggi economici di qualunque genere, a soggetti pubblici e privati.

Contributi

I punti 20, 21 e 22 rappresentano l'avvio di un percorso, richiamato anche nella parte dedicata agli obiettivi strategici del Piano, finalizzato ad individuare alcuni modus operandi che possano fungere da linee di condotta, da seguire nella gestione delle diverse attività amministrative, a prescindere dalla puntuale individuazione delle misure nelle singole fasi dei processi. Questo per perseguire anche l’obiettivo di semplificare la gestione delle misure e dare più efficacia alla politica di prevenzione radicandola nelle dinamiche organizzative.

Rispetto a quanto sopra, qualora un Settore si dovesse trovare nella necessità di svolgere in corso d’anno un’attività non mappata in quanto relativa ad una nuova attribuzione, avrà cura di proporre al RPCT una integrazione del Piano e nelle more di ciò, al fine di non pregiudicare la correttezza dell’attività svolta e nel perseguimento del principio di continuità dell’azione amministrativa, farà riferimento ad attività consimili mappate in altri Settori dell’Ente, applicando le relative misure specifiche.

La corretta attuazione di tali obiettivi di carattere generale sarà oggetto, al pari delle altre misure di prevenzione, di una specifica attività di monitoraggio presso tutti i Settori dell'Ente.

20. Riduzione della discrezionalità

Ai fini del miglior perseguimento dell'interesse pubblico, laddove vengano in rilievo attività connotate da rilevante discrezionalità tecnica o amministrativa, in quanto la legge o la disciplina di settore applicabile non definiscono elementi di dettaglio, sarà cura di ciascun dirigente dell'Ente, in riferimento ai Settori allo stesso affidati, di adottare, avendone la competenza, o di proporre agli Organi competenti (Consiglio Provinciale, Presidente della Provincia, Segretario Generale) l'adozione di protocolli operativi, linee guida, circolari, ecc., finalizzati a presidiare i seguenti aspetti:

- siano formalizzate le responsabilità di gestione, coordinamento e controllo all'interno dell'Ente, nonché i livelli di dipendenza gerarchica e la descrizione delle relative responsabilità;
- siano sempre documentabili e ricostruibili le fasi di formazione degli atti;
- siano sempre formalizzati e documentabili i livelli autorizzativi di formazione degli atti, a garanzia della trasparenza delle scelte effettuate;
- vengano adottati strumenti di comunicazione dei poteri di firma conferiti - sistema delle deleghe e procure – che siano resi disponibili per la consultazione;
- l'assegnazione e l'esercizio dei poteri nell'ambito di un processo decisionale sia congruente con le posizioni di responsabilità e con la rilevanza degli interessi in gioco;
- l'assegnazione delle pratiche ai fini istruttori avvenga seguendo l'ordine di protocollazione e secondo criteri predeterminati, con conseguente necessità di motivare eventuali scostamenti;
- non vi sia identità soggettiva tra coloro che assumono ed attuano le decisioni, coloro che devono dare evidenza contabile alle operazioni decise e coloro che sono tenuti a svolgere sulle stesse i controlli previsti dalla legge e dalle procedure contemplate dal sistema di controllo interno;
- l'accesso e la comunicazione di documenti, dati e informazioni, sia conforme alla normativa, anche di tipo regolamentare interno, in materia di accesso e in materia di protezione dei dati personali;
- i documenti riguardanti la formazione delle decisioni e l’attuazione delle stesse siano archiviati e conservati, a cura della funzione competente, con modalità tali da non permetterne la modificazione successiva, se non con apposita evidenza. L'accesso ai documenti già archiviati è consentito solo alle persone autorizzate in base alle norme interne, nonché al Responsabile della Prevenzione della Corruzione.

Linee di Condotta Generali

I punti 20, 21 e 22 rappresentano l'avvio di un percorso, richiamato anche nella parte dedicata agli obiettivi strategici del Piano, finalizzato ad individuare alcuni modus operandi che possano fungere da linee di condotta, da seguire nella gestione delle diverse attività amministrative, a prescindere dalla puntuale individuazione delle misure nelle singole fasi dei processi. Questo per perseguire anche l’obiettivo di semplificare la gestione delle misure e dare più efficacia alla politica di prevenzione radicandola nelle dinamiche organizzative.

Rispetto a quanto sopra, qualora un Settore si dovesse trovare nella necessità di svolgere in corso d’anno un’attività non mappata in quanto relativa ad una nuova attribuzione, avrà cura di proporre al RPCT una integrazione del Piano e nelle more di ciò, al fine di non pregiudicare la correttezza dell’attività svolta e nel perseguimento del principio di continuità dell’azione amministrativa, farà riferimento ad attività consimili mappate in altri Settori dell’Ente, applicando le relative misure specifiche.

La corretta attuazione di tali obiettivi di carattere generale sarà oggetto, al pari delle altre misure di prevenzione, di una specifica attività di monitoraggio presso tutti i Settori dell'Ente.

21. Standardizzazione delle procedure

La standardizzazione degli atti passa attraverso la predisposizione di una modulistica predefinita per tutti i procedimenti e di schemi di provvedimento elaborati con contenuti e modalità uniformi. È altresì importante potersi avvalere di check list nelle quali siano riportati i passaggi e le verifiche previsti dalle singole procedure.

Rispetto a quanto sopra, è compito di ciascun dirigente, in riferimento ai Settori allo stesso affidati, di predisporre, aggiornare e rendere disponibile agli utenti, anche tramite la tempestiva pubblicazione in Amministrazione Trasparente, nella parte dedicata alle tipologie di procedimento, tutta la modulistica necessaria alla presentazione delle istanze.

Per quanto riguarda gli schemi di determinazioni o di provvedimenti e le check list, i dirigenti fanno riferimento agli schemi via via elaborati con il supporto/supervisione dello Staff di Direzione nell'ambito dei controlli interni e resi disponibili sulla Intranet.

In materia di Contratti Pubblici, il Settore della Stazione Appaltante – Centrale Unica di Committenza di Area Vasta provvede alla definizione e messa a disposizione dei Settori di schemi uniformi di disciplinari di gara, capitolati speciali di appalto e relativi contratti.

Ogni scostamento dagli schemi-tipo già formalizzati deve essere congruamente motivato a cura del dirigente che adotta l'atto.

Infine, per agevolare la stesura degli atti, lo Staff di Direzione curerà la predisposizione di istruzioni operative che possano richiamare i principi fondamentali della tecnica redazionale.

Linee di Condotta Generali

I punti 20, 21 e 22 rappresentano l'avvio di un percorso, richiamato anche nella parte dedicata agli obiettivi strategici del Piano, finalizzato ad individuare alcuni modus operandi che possano fungere da linee di condotta, da seguire nella gestione delle diverse attività amministrative, a prescindere dalla puntuale individuazione delle misure nelle singole fasi dei processi. Questo per perseguire anche l’obiettivo di semplificare la gestione delle misure e dare più efficacia alla politica di prevenzione radicandola nelle dinamiche organizzative.

Rispetto a quanto sopra, qualora un Settore si dovesse trovare nella necessità di svolgere in corso d’anno un’attività non mappata in quanto relativa ad una nuova attribuzione, avrà cura di proporre al RPCT una integrazione del Piano e nelle more di ciò, al fine di non pregiudicare la correttezza dell’attività svolta e nel perseguimento del principio di continuità dell’azione amministrativa, farà riferimento ad attività consimili mappate in altri Settori dell’Ente, applicando le relative misure specifiche.

La corretta attuazione di tali obiettivi di carattere generale sarà oggetto, al pari delle altre misure di prevenzione, di una specifica attività di monitoraggio presso tutti i Settori dell'Ente.

22. Corretta ripartizione delle responsabilità e valutazione di eventuali interferenze funzionali

Al fine di evitare il monopolio delle competenze, ciascun dirigente, in riferimento ai Settori allo stesso affidati, è tenuto a favorire la separazione delle funzioni lungo il procedimento, facendo sì che l'autorizzazione di una operazione sia sotto la responsabilità di persona diversa da chi contabilizza, esegue e controlla l'operazione stessa.

Di tutto ciò deve essere assicurata idonea tracciabilità, tramite un adeguato supporto documentale su cui si possa procedere in ogni momento alla effettuazione di controlli circa le caratteristiche e le motivazioni dell'operazione e l'individuazione di chi ha autorizzato, effettuato, registrato, verificato l'operazione stessa.

Nell'ambito del sistema di responsabilità, occorre vigilare circa l'eventuale presenza di interferenze funzionali, intendendosi per tali i casi in cui, ad esempio:

- gli Amministratori cercano di interferire nella gestione o attuazione dei processi;
- i ruoli gestionali agiscono senza rendere conto agli Amministratori;
- i ruoli operativi sono liberi di gestire con eccessiva autonomia le proprie attività.

Pertanto, ciascun dirigente, nell'ambito delle proprie competenze di coordinamento del personale assegnato, dovrà intervenire al fine di chiarire bene i ruoli di ciascuno e cercando di delimitare i relativi ambiti di competenza.

È inoltre necessario che venga rispettato il principio di distinzione tra attività di indirizzo e controllo (di competenza degli Organi di Governo dell'Ente) e attività gestionale (di competenza dei Dirigenti e degli Uffici).

Linee di Condotta Generali

Misure specifiche ulteriori

Misure specifiche ulteriori

Per quanto attiene le misure specifiche ulteriori, valevoli in riferimento alle singole materie trattate e, pertanto, inserite nei singoli processi, si fa espresso rinvio alla Tabella 1 - “Gestione del Rischio e Misure Anticorruttive”, allegata al presente Piano.

Si precisa che le misure indicate in tabella sono da intendersi aggiuntive rispetto a quelle di carattere Generale, descritte nella parte ad esse dedicata.

Al fine di favorire una maggiore standardizzazione anche ai fini del relativo collegamento con gli obiettivi di Performance, le misure stesse sono classificate nelle seguenti tipologie principali: Misure di Regolamentazione; Misure di Trasparenza; Misure di sensibilizzazione e partecipazione; Misure di Tracciabilità; Misure di Tipo Organizzativo; Misure di Rotazione; Misure di Controllo; Misure per la disciplina del conflitto di interessi.

Settore della Avvocatura e Affari Generali

Settore delle Risorse Umane e Controllo di Gestione

Direzione Amministrativa (Settore Vigilanza e Sicurezza)

Corpo della Polizia Provinciale (Settore Vigilanza e Sicurezza)

Settore della Innovazione, del Turismo e dei Servizi ai Comuni

Settore della Stazione Appaltante - Centrale Unica di Committenza di Area Vasta

Settore della Programmazione e dei Servizi Finanziari

Settore della Cultura e dei Servizi alla Persona - della Istruzione e della Formazione

Settore delle politiche attive del Lavoro

Settore della Pianificazione Territoriale

Settore dell'Ambiente e della Protezione Civile

Settore delle Strade e dei Traspoti

Settore dell'Edilizia Scolastica e Direzionale

Settore delle Grandi Infrastrutture


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